Terapia Manuale: I legami con il Premio Nobel per la Medicina 2021

da | Nov 17, 2021 | 0 commenti

Il Premio Nobel per la Medicina 2021

Premio Nobel medicina 2021

Cosa c’entra la terapia manuale con il premio nobel per la medicina del 2021? Scoprilo leggendo questo articolo.

Il premio Nobel per la medicina 2021 è stato assegnato congiuntamente a David Julius, fisiologo dell’Università della California, e ad Ardem Patapoutian, scienziato dello Scripps Research di San Diego, per aver scoperto i sensori che ci permettono di avvertire il caldo, il freddo e la pressione, alla base del senso del tatto. Oltre a chiarire aspetti fondamentali del funzionamento del nostro corpo, queste scoperte stanno contribuendo a individuare farmaci efficaci contro il dolore cronico, le infiammazioni persistenti e altre condizioni.

David Julius e il recettore TRPV1

Dall’inizio degli anni Novanta, David Julius ha concentrato le sue ricerche sui meccanismi che permettono alle cellule di avvertire il calore, e su come questi si traducono in uno stimolo nervoso che arriva fino al cervello. Gli studi sono stati condotti su cellule in coltura stimolate con la capsaicina, la molecola presente nel peperoncino, che fa “infiammare” la bocca. Tramite sofisticati esperimenti di ingegneria genetica, Julius e il suo gruppo sono giunti a identificare il recettore TRPV1, presente sulle membrane delle cellule, e sensibile al calore.

Ardem Patapoutian e le proteine canale Piezo

Con una ricerca non collegata a quella di David Julius, anche il secondo premiato di quest’anno, Ardem Patapoutian, ha identificato il recettore per il freddo. I suoi studi, tuttavia, sono concentrati anche su un’altra sensazione: il tatto. Come il collega, Patapoutian si è avvalso di cellule in coltura e di esperimenti di ingegneria genetica, per giungere a identificare due proteine-canale, chiamate Piezo1 e Piezo2, che si attivano quando sulla superficie delle cellule viene esercitata una pressione.

Ma la particolarità è che l’effetto-segnale che innescano queste proteine è di tipo elettrico principalmente (anche se poi, per completezza, diventa elettro-chimico). Difatti non a caso hanno dato loro un nome che fa riferimento diretto all’effetto piezoelettrico.

In pratica il Dr. Patapoutian ha individuato (dal 2011 circa) un nuovo meccanismo di meccanotrasduzione non collegato solo ai “classici” canali ionici a controllo meccanico ma a canali attraverso i quali si verifica una certa conduttanza bioelettrica.

La meccano-trasduzione e i sensi

Secondo Patapoutian “la meccanotrasduzione ha un ruolo importante nella fisiologia. I processi biologici, compreso il rilevamento del tatto e delle onde sonore, richiedono canali cationici non ancora identificati che rilevano la pressione, e le proteine piezo possono definire una nuova classe di canali ionici coinvolti nella meccanotrasduzione. Le sequenze piezoelettriche sono presenti nei genomi di molte specie animali, vegetali e altre specie eucariotiche. L’analisi funzionale di proteine Piezo da specie filogeneticamente distanti potrebbe dimostrare un ruolo conservato di queste proteine nella meccanotrasduzione; inoltre, un’analisi comparativa delle correnti attivate meccanicamente potrebbe chiarire le proprietà uniche dei pori dei canali indotti dalle proteine piezoelettriche di specie distinte.”

I nostri sensi dell’udito, dell’equilibrio, della propriocezione e del tatto dipendono dalla conversione della forza meccanica in segnali elettrici. Le molecole alla base della trasduzione meccanoelettrica non sono ben definite e deve ancora essere definita la misura in cui i diversi fenomeni meccanosensoriali dipendono da molecole simili per convertire i segnali meccanici in segnali elettrici.

Piezo1 e Piezo2 sono canali ionici attivati meccanicamente che mediano addirittura la percezione tattile, la propriocezione e lo sviluppo vascolare.

L’effetto piezo-elettrico

La biofisica e la biochimica in medicina

In questo senso il Nobel per la Medicina di quest’anno ha posto l’attenzione sia sul concetto di biochimica che su quello di biofisica legati al funzionamento del nostro organismo.

Non c’è dubbio che queste nuove scoperte sulla neurofisiologia e sulle neuroscienze ci permetteranno di comprendere meglio determinati meccanismi e di migliorare molti approcci terapeutici. Anche in terapia manuale. Capisci quanto è importante la stimolazione neurofisiologica consapevole che puoi determinare ed ottenere anche attraverso la terapia manuale? Anche la più piccola e selettiva stimolazione.

Ecco perché è importante conoscere certi fenomeni che sono legati alla neurofisiologia e che passano inevitabilmente attraverso la conoscenza (almeno di base) della biofisica e della biochimica del nostro organismo.

Le relazioni con la terapia manuale

terapia manuale assistita - IASTM - fascialfull

Ed anche in terapia manuale e in terapia manuale assistita (per assistita, tecnicamente, si intende dal supporto di uno IASTM) è importante conoscere determinati concetti per poterne trarre beneficio clinico e per capire quando somministrarla (in tempi e modi) ed in che “dose”.

Ecco perché è importante conoscere il legame che intercorre tra la meccanotrasduzione, la tissotropia, la conduttanza, e gli effetti del carico sulla MEC, sulla fascia e perfino sull’espressione genica, in relazione alla terapia manuale. Perché sono tutti argomenti importanti per capire in che modo il nostro lavoro determina o meno un processo fisiologico virtuoso.

Conclusione

Per questo motivo, se ti interessa la materia e vuoi conoscere anche questi argomenti, anche per capire dove ci troviamo oggi e su quali basi si fondano le nostre conoscenze, ti consiglio di iniziare leggendo il primo libro in materia dal titolo “Quando, perché e come usare uno IASTM in Terapia Manuale”. Un testo in cui sono racchiuse le maggiori e più aggiornate evidenze scientifiche in materia e che non a caso ha come sottotitolo “La fascia come porta di accesso al sistema nervoso”.

Buon lavoro e se hai trovato questo contenuto interessante, condividilo e fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.

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